Nel condominio convivono diverse tipologie di coinquilini, ognuno con le proprie esigenze ed abitudini. Ma come per ogni ambiente condiviso da più persone è necessario che a tutti venga assicurata la protezione di cui hanno bisogno.
Non esiste più il servizio di portineria a cui eravamo abituati in passato ma soluzioni al passo con i tempi in grado di mettere al riparo i beni comuni e di prevenire azioni esterne come gli atti vandalici, la cui risoluzione andrebbe ad aggravare sulle spese, già alte, della normale amministrazione.
Il condomino o l’amministratore necessita di strumenti in grado anche di far rispettare i regolamenti e le buone norme del vivere insieme, trovare rimedi in grado di rispondere a queste esigenze diventa una priorità insieme all’obbligo di videosorvegliare i luoghi condivisi con tutti gli altri condomini.
Proprio una recente sentenza della Cassazione Cass. sent. n. 25307/2016 del 17.06.2016 sembra voler rafforzare ancora di più questi concetti e venire in aiuto ad amministratori e condomini che sono costretti a tutelarsi quando semplici dispetti si trasformano poi in atti illeciti (dal furto della corrispondenza o lettura non autorizzata delle lettere di altri, al danneggiamento dei beni del condominio o dei singoli proprietari, fino al vero e proprio stalking condominiale.
Con questa recente sentenza, infatti, viene chiarito che caso in cui un condomino venga colto dalla telecamera di condominio a commettere un reato, le immagini possono essere utilizzate contro di lui nel processo penale, anche se la videosorveglianza non è stata in precedenza autorizzata dal giudice.
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